Lo spunto di questo intervento viene dalla lettura della lista delle Commissioni promosse dal PD Lazio: manca il tema università e ricerca, cioè formazione terziaria.
- Eppure Roma e il Lazio vedono sui loro territori una concentrazione altissima di enti di ricerca, pubblici e privati, di università (italiane, estere, private per un tot. di 41 sedi), di scuole di alta formazione
- Eppure il settore della conoscenza e della formazione terziaria ha la funzione oramai riconosciuta dai maggiori economisti di «leva principale della crescita economico-sociale attraverso la costruzione della “cittadinanza scientifica” (…) i saperi sono oramai la leva principale della crescita economica» (P.Greco, La terza Missione dell’università, in Polimeri e Società, 2014, p. 51)
- Eppure la Regione ha notevoli competenze su questo settore.
Quando manca attenzione politica a questo importante, strategico, delicato settore della formazione e della conoscenza, si determinano effetti perversi e deleteri. Ecco un esempio, che espongo schematicamente per favorire la chiarezza.
L’Italia è ultima in Europa per numero di laureati. Ciò nonostante, la politica dissennata del duo Tremonti-Gelmini ha puntato a ridurre ancora di più il peso della formazione terziaria, tagliando i finanziamenti (i più bassi in Europa), e ha legando i finanziamenti residui a parametri didattici quali il numero dei laureati regolari (punendo dunque i fuori corso, che si laureano in ritardo). Insomma: “ti finanzio a patto che i tuoi laureati finiscano gli studi entro i tre anni della laurea di primo livello o i due anni della magistrale. Altrimenti continuo a tagliare”.
Che fa la Regione Lazio per supportare e incoraggiare la formazione terziaria? Stanzia una parte dei fondi europei per il programma “Torno subito”, che consiste in borse di studio destinate a soggiorni all’estero dei giovani universitari: sei mesi, un anno all’estero per fare esperienze lavorative e ritorno.
Ma attenzione: le borse sono destinate sia ai laureati sia agli studenti in corso. Succede allora che lo studente in corso che parte per un anno all’estero di fatto interrompe gli studi. Se poi, tornato a casa, li riprende, sarà un laureato fuori corso. Se non li riprende, sarà un altro non laureato.
Insomma: in entrambi i casi, il programma “Torno subito” entra in rotta di collisione sia con le università (incentiva di fatto il numero dei fuori corso, e quindi l’Università è punita economicamente dallo Stato) sia con le esigenze del Paese (incentiva di fatto il numero dei non laureati). Non avrebbe potuto, la Regione Lazio, armonizzare il programma “Torno subito” con le esigenze di università e istituti di ricerca? Sì, certo, avrebbe potuto, se le avesse conosciute.
La morale è che serve attenzione massima all’eco-sistema della formazione terziaria laziale, così ricco e delicato. Serve una visione d’insieme dei problemi, un progetto politico di sviluppo. Serve la collaborazione tra i soggetti decisionali del settore (Regione, Comuni, Università, Enti di ricerca, enti di formazione professionale) per riuscire a mettere a frutto la ricchezza del sistema laziale evitando comportamenti scollegati e privi di visione, che ostacolano e mettono in crisi invece di supportare e sviluppare.
Perciò il PD non può trascurare questo settore.
Chi è Raffaella Petrilli?
Raffaella Petrilli è Professore Associato di Teoria e Filosofia dei Linguaggi presso l’Università della Tuscia (Viterbo)
Qui il suo curriculum professionale completo
Raffaella è stata componente della Direzione regionale del PD Lazio e responsabile “Saperi, università e ricerca” nella segreteria del PD Roma guidata da Lionello Cosentino
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