
L’8 novembre si è tenuta l’assemblea delle delegate regionali della Conferenza delle democratiche, che ha eletto le 14 componenti del Lazio del Coordinamento nazione della Conferenza.
Le delegate sono:
Sesa Amici, Michela Califano, Luisa Ciambella, Silvia Costa, Cecilia D’Elia, Antonella D’Emilia, Maria Gabriella Gregori, Marta Leonori, Stefania Martini, Eleonora Mattia, Serena Pandolfi, Daniela Spinaci, Giulia Tempesta, Maddalena Vianello.
L’assemblea ha inoltre votato un ordine del giorno che ci impegna, per radicare nel territorio la partecipazione e l’azione politica delle donne e per realizzare la democrazia paritaria nel Partito democratico, ad attivare gruppi di lavoro, iniziative pubbliche e aperte sui grandi temi della vita quotidiana delle donne e la questioni nazionali e territoriali, portando lo sguardo di genere sulle proposta politica del Partito democratico e delle forze di centrosinistra.
I gruppi di lavoro individuati, ai quali è possibile iscriversi scrivendo alla mail segreteria@pdlazio.it , sono:
- sviluppo, lavoro, condivisione tempi
- salute e benessere
- prevenzione e contrasto violenza di genere
- cultura, conoscenza, lotta agli stereotipi
- regole e partito
Ecco il testo completo dell’ordine del giorno: Conferenza delle donne democratiche, Ordine del giorno percorso Lazio
La crisi di agosto e l’apertura di una fase nuova nel Paese grazie alla nascita del governo Conte bis, che vede la partecipazione del Partito Democratico, ha reso ancora più urgente la necessità di far sentire in modo autonomo e determinato la voce politica delle democratiche.
Abbiamo isolato la destra e il suo tentativo autoritario, ma sappiamo che quell’ipotesi illiberale ha bisogno che una chiara azione di governo riformista sia accompagnata da un nuovo radicamento sociale, una capacità di ascolto e di attenzione alla vita delle persone e ai loro bisogni.
Le donne si sono opposte alle controriforme sulla famiglia e sull’affido condiviso, ma un contrattacco ai nostri diritti è in atto nella società e spesso si fa forte del disagio sociale, dell’impoverimento, dell’assenza di lavoro femminile o della sua precarietà.
C’è bisogno di un nuovo protagonismo femminile, anche nella costruzione e nel radicamento del Partito democratico e nella fase di rinnovamento e di discussione statutaria aperta dalla direzione nazionale del 14 ottobre scorso, nella direzione di un partito capace di prossimità territoriale, digitale, sociale, luogo di discussione e confronto sui temi e contenuti della propria proposta politica.
Al fine di favorire la nascita della Conferenza delle democratiche del Lazio come luogo politico autonomo e organizzato, forte della grande adesione registrata in questi mesi sia tra le donne iscritte che tra le elettrici del PD, l’assemblea delle delegate regionali dà mandato al gruppo di lavoro regionale che ha proposto il regolamento della Conferenza delle democratiche del Lazio approvato dall’assemblea regionale del partito democratico, di promuovere il percorso e le regole certe condivise e trasparenti che portino entro gennaio all’elezione delle Portavoce provinciali e di quella regionale e all’insediamento della Conferenza regionale rappresentativa della diverse realtà territoriali e dell’esperienze che partecipano alla Conferenza.
Per radicare nel territorio la partecipazione e l’azione politica delle donne e per realizzare la democrazia paritaria nel Partito democratico, il percorso vivrà attraverso gruppi di lavoro, iniziative pubbliche e aperte sui grandi temi della vita quotidiana delle donne e la questioni nazionali e territoriali, portando lo sguardo di genere sulle proposta politica del Partito democratico e delle forze di centrosinistra.
Mi auguro che nel titolo 2: Salute e benessere dei gruppi di lavoro ci possa stare il tema non autosufficienza fin’ora fuori dagli interessi delle donne PD. Al riguardo suggerisco una lettura terribile da un articolo di Sara De Carli su “Iluoghi della cura”:
E la politica?
La maggiore attenzione agli anziani non è stata figlia dello sforzo di qualche attore politico, bensì di circostanze esterne, quelle della pandemia. In questo momento, la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti non è tra le questioni prioritarie per nessuna forza politica. Ma in una simile situazione, anche in presenza di maggiori risorse, è difficile immaginare uno sforzo riformatore importante. Eppure, il tema della non autosufficienza degli anziani ha una rilevanza sociale fortissima. Io sono convinto che la prima forza politica che deciderà di compiere una vera battaglia sul tema, spingendo per uno sforzo riformatore degno di questo nome, non farà bene solo al welfare italiano ma farà bene anche a se stessa: essere riconosciuto come l’attore che per primo spinge l’interesse politico verso un tema così importante per la società italiana incrementerà il suo consenso. Provate a pensare quando, ormai dieci anni fa, il neonato Movimento Cinque Stelle ha iniziato a battere sul contrasto della povertà. Allora sembrava una battaglia di nicchia, e invece è diventato un tema cruciale per l’ascesa del Movimento, qualunque cosa si pensi del Reddito di Cittadinanza. Essere i primi ad intestarsi una questione molto presente nella società ma poco sentita dal palazzo, produce sempre grandi vantaggi. Politici ambiziosi, fatevi avanti.