“Sin dall’accettazione della mia candidatura, ho impostato la mia campagna e il mio programma sulla massima trasparenza. Alla fine della campagna elettorale, ogni comitato e ogni candidato dovranno fornire il rendiconto di tutte le spese elettorali. E così farò io. La cena che si è svolta lunedì scorso a Viterbo alla presenza, tra gli altri, del vicepresidente della Camera, Rosy Bindi, è stata organizzata dall’associazione TusciaEuropa. La mia storia è ben nota a Roberto Morassut: non c’è bisogno di aggiungere altro. Confrontiamoci sui contenuti, senza perdere tempo in polemiche sterili e autolesioniste”.
I Giovani Democratici del Lazio parteciperanno al congresso del PD con un loro documento, dal titolo “Documento d’Identità”. In questo documento chiediamo prima di tutto un impegno ai tre candidati alla segreteria regionale del Lazio: cioè che sappiano mettere in campo un vero rinnovamento generazionale nel partito, a partire dalle liste per le Primarie, che sappia valorizzare quei giovani che sui territori sono già adesso punti di riferimento riconosciuti. Crediamo che i candidati si debbano far carico di questo rinnovamento, premiando il merito e la rappresentatività che molti ragazzi già hanno sul territorio, e non rispetto alla fedeltà a questo o a quel membro del partito. Questo all’interno di un contesto più generale, in cui si chiede al PD del Lazio di prendere seriamente in considerazione la questione delle giovani generazioni, dal diritto allo studio alla legalità e all’ambiente, e di stabilire un rapporto costante e continuo con i Giovani Democratici su questi temi.
“In ognuno dei congressi di circolo che si stanno tenendo in queste settimane ci sarà la voce dei Giovani Democratici”, dichiara Sara Battisti, segretario dei GD Lazio, “Vogliamo partecipare alla discussione con spirito propositivo, mettendo in evidenza sia le difficoltà che il Pd vive, ma anche e soprattutto cercando di parlare dei temi sui quali rilanciare l’azione politica. Non scordiamoci che fra sei mesi ci sono le elezioni regionali, e che questo congresso deve essere anche l’occasione per iniziare a discutere di quali prospettive dare alla nostra Regione nel futuro.”
“I giovani ci vogliono essere” afferma David Di Cosmo, presidente dei GD Lazio, “non chiedendo posti, ma
rivendicando una soggettività generazionale che deve avere piena rappresentanza. Il Pd è la scommessa della nostra vita: noi non siamo né post-comunisti népost-democristiani. Ci saremo con le nostre proposte e la
nostra identità. Starà ai candidati segretari e al partito tutto raccogliere la sfida.”
“La posizione espressa dal Sindaco di motivare ad Allumiere la nuova discarica per i rifiuti è un nuovo
alibi per non decidere nulla”. Lo dichiara Roberto Morassut, segretario del PD Lazio.
“Da mesi – prosegue Morassut si attende che il Comune di Roma assuma la decisione che gli compete nell’ambito del Piano Regionale dei rifiuti elaborato ed approvato dalla Regione Lazio con il consenso del Ministero dell’Ambiente. Tra queste l’individuazione del nuovo sito all’interno del Comune di Roma e non altrove. In particolare per la raccolta differenziata l’AMA, nonostante le grandi risorse ottenute nei mesi scorsi, è totalmente ferma. Implementando la raccolta differenziata il tema della discarica sarebbe meno gravoso di quanto sia ora. Nulla di tutto questo è stato fatto. Ora, come si dice in gergo, si butta la palla in tribuna e si va ad Allumiere. In questo quadro, peraltro già troppo gravato dal peso di attività che mettono a rischio l’equilibrio del sistema ambientale.
“Il Comune deve individuare l’area nel suo territorio attraverso un bando pubblico che, con precisi criteri di sostenibilità e inserimento paesistico, garantisca i cittadini degli insediamenti abitativi. Non c’è
alternativa a questa procedura. Si conferma – conclude Morassut – in questa vicenda l’inettitudine e la bassa furbizia di Alemanno e della sua Giunta”.
“L’elezione di Astorre a nuovo Presidente del Consiglio Regionale rappresenta una garanzia per il buon funzionamento di un’istituzione complessa come quella rappresentata dall’Aula della Pisana. La lunga esperienza politica di Astorre e le sue comprovate capacità di ascolto e mediazione sono infatti una risorsa fondamentale in un momento di passaggio importante come quello che ci prepariamo ad affrontare. Siamo certi che il nuovo Presidente sarà in grado di rappresentare con autorevolezza ed equilibrio le istanze dell’Aula facendone valere il ruolo e le prerogative. Ad Astorre vanno pertanto le nostre congratulazioni per la sua elezione ed i nostri migliori auguri di buon lavoro!”. E’ quanto dichiarano in una nota congiunta i consiglieri del gruppo PD alla Pisana.
“Quella di localizzare ad Allumiere la nuova discarica che dovrà assorbire i rifiuti della Capitale e di gran parte della sua Provincia una volta completata la dismissione di Malagrotta, è un’ipotesi scellerata che non si regge in piedi”. E’ quanto dichiara il capogruppo PD al Consiglio Regionale del Lazio, Giuseppe Parroncini.
“E’ bene che Alemanno si tolga il vizio di trasferire altrove i problemi che lo riguardano – prosegue – e che si metta al lavoro per individuare all’interno del territorio del Comune di Roma un’ipotesi alternativa a Malagrotta. Allumiere è fuori discussione, sia perché si tratta di un’area ad alto valore naturalistico ed ambientale e, insieme alla confinante provincia di Viterbo, di indiscusso pregio archeologico, sia perché quella zona è già gravata da pesanti servitù energetiche e militari e in nessuno modo potrebbe sopportare il carico che il Campidoglio vorrebbe imporgli. L’invito al Presidente Marrazzo e all’Assessore Zaratti – conclude Parroncini – è pertanto quello a difendere con decisione il territorio dei Monti della Tolfa rispedendo al mittente ipotesi improponibili”.
“Alemanno insiste sul tasto sbagliato: Allumiere non è l’alternativa a Malagrotta. Non lo è perché è fuori dal territorio del Comune di Roma e dell’Ato di riferimento (Roma – Fiumicino – Ciampino) in cui dovrebbe essere individuato il nuovo sito, non lo è perché solo una scelta dissennata dal punto di vista ambientale può pensare di incolonnare camion carichi di rifiuti per 80 chilometri di via vai dalla Capitale e di trasformare in pattumiera della Capitale territori pregiati come i Monti della Tolfa, non lo è perché si tratta di un’area già ampiamente sfruttata, non lo è, soprattutto, perché la decisione che vorrebbe essere calata d’imperio dal Campidoglio non può non passare per un confronto con tutti gli enti locali coinvolti, Provincia di Roma su tutti. Che il Sindaco di Roma se ne faccia una ragione e si metta finalmente al lavoro per trovare soluzioni compatibili e condivise. Da parte nostra diciamo no a qualsiasi colpo di mano e, non appena formalizzata la sua elezione, chiederemo al neo Presidente della Pisana, Astorre, di convocare il Consiglio Regionale perché sia l’Aula a discutere la questione e a pronunciarsi definitivamente sull’ipotesi avanzata dal Campidoglio”. E’ quanto dichiara il Presidente della Commissione Lavori Pubblici e Politiche per la Casa alla Pisana, Giovanni Carapella.
“Sono qui per fare un grande in bocca al lupo a Mazzoli. Per noi, la squadra dei segretari regionali è importante quanto le elezioni del segretario nazionale”. Sono le parole di Rosy Bindi, vice-presidente della Camera, ieri a Viterbo per sostenere la mozione Bersani e la candidatura di Alessandro Mazzoli alla segreteria regionale del Partito democratico. A intervistare Bindi e Mazzoli, Tommaso Labate, giornalista de “Il riformista”.
Sollecitato dalle domande di Labate, Mazzoli ha ribadito le sue linee programmatiche per il Lazio. “Ritengo – ha spiegato – che per il futuro del Pd non sia sufficiente qualche aggiustamento nella continuità. Dopo le Europee, non è stato serio dire che tutto sommato non era andata male. Credo, quindi, che innanzitutto questo primo congresso sia l’occasione per costruire materialmente il Pd, radicarlo nella società. Un partito organizzato non significa guardare al passato. E’ anzi la condizione per essere utili al Paese e ai territori. In secondo luogo, non condivido chi parla di un partito post-identitario, quindi senza storia. Dobbiamo invece unire le storie del riformismo italiano che, se stanno insieme, creano la vera novità e la vera alternativa al centrodestra. Occorre, poi, che il partito riparta da un punto di vista, quello dei più deboli, rimettendo al centro della sua azione il lavoro come condizione per essere cittadini nel pieno dei propri diritti”.
“Per il Lazio – ha detto infine Mazzoli – occorre guardare a un’ulteriore questione: il riequilibrio dello sviluppo tra Roma e il resto dei territori. L’aver chiesto a me di concorrere per la segreteria regionale è anche una manifestazione della volontà di affrontare questo nodo, partendo dalla mia esperienza maturata proprio sul territorio. Il Pd nel Lazio è una forza di governo all’interno di una coalizione di centrosinistra. Lo è in Regione, in diverse Province e in molti Comuni. Dentro la sfida nazionale, dobbiamo creare le condizioni affinché il Pd sia espressione di uno sviluppo regionale nel cui ambito i diversi territori abbiano un rapporto positivo con Roma. In questo senso, il lavoro intrapreso da Marrazzo alla guida della Regione merita di continuare. E noi ci impegneremo affinché questo avvenga”.
Bindi ha quindi ribadito i motivi del suo sostegno a Pierluigi Bersani come segretario nazionale del Pd. “Serve – ha dichiarato – un partito polare che certo fa le primarie, ma poi diventa anche una realtà radicata, sta cioè dove le persone vivono, in mezzo ai loro problemi. E da questo punto di vista, la mozione Bersani è la più valida e coerente. Il Pd deve essere un partito popolare, capace di rappresentare un’alternativa innanzitutto culturale a Berlusconi. Un’alternativa che sia frutto di un’elaborazione e di un approfondimento condivisi, a partire da una precisa linea politica su tutte le questioni. Sono queste le condizioni per creare un partito con l’ambizione di parlare a tutto il Paese”.
“Se il sindaco Alemanno è preoccupato ‘perché – parole sue – gli studenti non siano soli per risolvere i
problemi affinché riescano a studiare nel migliore dei modi’ non ha che da farsi sentire con il Governo e, in particolare, con il ministro Gelmini”. Lo dichiara Roberto Morassut, segretario del PD Lazio.
“In questo momento ben 36.000 precari, di cui 16.000 insegnanti – prosegue Morassut – non hanno visto rinnovato il contratto, con la conseguenza di indebolire ulteriormente l’offerta formativa e di aumentare le difficoltà degli studenti e delle famiglie. Roma è una delle città più colpite”.
“Se davvero, al di là delle parole, Alemanno tiene alle condizioni di studio dei nostri ragazzi – conclude
Morassut – passi dalle parole ai fatti: chieda un tavolo per ridiscutere i provvedimenti decisi dal Governo, ha tutti gli strumenti per farsi sentire”.
“Torna lo spettro del nucleare a Montalto di Castro, dove è nato il movimento ‘no nuke’ in
Italia, una zona che dal punto di vista ambientale ha già dato. Occorre quindi una immediata risposta politica di quanti ritengono questa scelta sbagliata dal punto di vista economico e ambientale.
Chiedo al presidente Marrazzo di convocare immediatamente un consiglio regionale per organizzare un ferma opposizione a questa ipotesi. Credo che la stessa cosa debba fare il presidente della Provincia di Viterbo Mazzoli in difesa del proprio territorio e della salute dei cittadini.
Nella mozione di Ignazio Marino è scritto a chiare lettere che riproporre oggi il nucleare in Italia è sbagliato perché va contro un pronunciamento referendario dei cittadini e assolutamente fuori tempo rispetto alle scelte di politica energetica che stanno maturando nel pianeta, a cominciare da quelle del presidente americano Obama”. Lo ha dichiarato in una nota la deputata Ileana Argentin, candidato alla segretaria regionale del Lazio per la mozione Marino.
Alessandro Mazzoli, presidente della provincia di Viterbo e candidato per la mozione Bersani alla segreteria del Pd del Lazio, commenta le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini:
“Le parole del ministro sono inopportune e preoccupanti. Il tetto del 30% in ogni classe per gli studenti stranieri è una misura inutile e discriminatoria. Quanto ai professori, è nel loro pieno diritto protestare contro una riforma impostata su tagli che costeranno il posto a oltre 60.000 persone tra insegnanti e personale amministrativo. I guasti provocati dal governo sono tangibili nelle scuole di Roma e del Lazio, dove il taglio degli organici provocherà grandi problemi ai ragazzi e alle loro famiglie. La Gelmini rifletta su questo, invece di prendersela con i docenti”.