
La commissione Congresso del Partito Democratico ha reso noti i risultati a scrutinio completato
Ecco la lista degli eletti nelle varie province e collegi della nostra regione:
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Ecco la lista degli eletti nelle varie province e collegi della nostra regione:
GRAZIE A TUTTI GLI ELETTORI
È tempo di ricostruire.
Ripartiamo con Nicola Zingaretti, nuovo segretario del Partito Democratico
“Viva la democrazia italiana che da’ lezioni ogni volta che può, sono contento per l’Italia”.
“Sembra che a queste primarie abbiano votato lo stesso numero di cittadini se non più che alle ultime, un dato veramente straordinario. Mi darebbe una percentuale che oscilla tra il 65 e il 75% del consenso. Ringrazio sia Martina sia Giachetti per le telefonate ricevute poco fa. Io ringrazio loro perché credo abbiamo dato una buona immagine di confronto nella battaglia politica in questo Paese ferito”.
È una lunga serie di grazie, dai “partigiani andati al voto oggi”, “ai giovani”, “alle donne”, “al Sud che non si piega contro le mafie”, “a Milano per la straordinaria piazza di ieri”
“Grazie all’Italia che non si piega e che vuole arginare un governo illiberale e pericoloso”.
“Questo nuovo Pd sarà fondato su due parole: unità e ancora unità, cambiamento e ancora cambiamento”.
“Io non mi intendo capo, ma leader di una comunità in campo per cambiare la storia della democrazia italiana” e “il Pd sarà unità e ancora unità, cambiamento e ancora cambiamento”.
“Penso ai delusi, a chi ci ha criticato, a chi ci ha frainteso e ha votato altre forze politiche che si sono presentate con idee suggestive. Molti sono tornati, stanno tornando e torneranno nel nuovo Pd e nella nuova alleanza, un nuovo campo unitario e combattivo per voltare pagina in questo Paese. È un inizio, non illudiamoci, la destra è rocciosa, forte, radicata, non cederà il potere in maniera semplice”.
“Oggi è avvenuto un grande fatto politico. Non sono state solo le primarie del Pd – spiega – ma le primarie per l’Italia. È un fatto molto importante che riaccende la speranza per il futuro. Una marea di persone si sono fidate di noi. E noi ne saremo degni”. Il neo segretario dem osserva che “le primarie sono state lo strumento di una volontà più generale. Noi siamo qui per mettere in campo una migliore ricetta di governo rispetto al governo gialloverde. E offrire un’altra strada. Basta con le trame di potere e con il gioco delle figurine di chi sta con Tizio, con Caio e con Sempronio. Sarà un’agenda nuova. Non ha senso la politica se si distanza dalla condizione umana degli individui. Sarà una politica a misura delle persone”.
“Invito tutti gli italiani e le italiane: venite nel nostro partito. C’è bisogno di voi. Voltiamo pagina. Ognuno con dentro il cuore le proprie radici che non dobbiamo rinnegare. Venite con dentro il cuore le vostre radici raccontando con orgoglio le stagioni più belle della vostra storia: l’Ulivo di Prodi, la nascita del Pd, l’impegno di tutti i nostri governi che ci hanno salvati dalla bancarotta”, dice ancora Zingaretti.
“Io farò di tutto per essere all’altezza. E essere all’altezza vorrà dire sapere ascoltare e sapere decidere. Apriremo una nuova fase costituente per un nuovo Pd che dovrà avere dei segnali chiari per far contare di più le persone”, aggiunge. Il nuovo Pd “sarà pilastro e baricentro della nuova fase della democrazia italiana. Spalanchiamo tutto, perché l’Italia ha bisogno di un nuovo partito e questo partito per rifondarsi ha bisogno dell’Italia che c’è”.
“Il nuovo Pd dovrà essere fatto di unità e cambiamento. Vorrà dire guardare le persone non dal dirigibile, da lontano, ma da vicino nella loro vita concreta. Basta con le figurine, le incomprensioni, io sto con quello tu, con l’altro, la politica non ha senso se si distanza dalla condizione umana degli individui”.
Lo ha detto Nicola Zingaretti parlando dal suo comitato elettorale. “Noi non vogliamo solo contestare l’avversario, fare opposizione al governo – ha aggiunto – no, noi siamo qui e vogliamo ripartire perché siamo convinti di poter mettere in campo idee migliori di quelle del governo giallo verde per risolvere i problemi delle persone”.
“Non ho ancora capito perché è toccato a me, ma so che è toccato a me. Se siamo arrivati a questo punto, a questo tornante della storia, è perché non sono mai stato solo in questa avventura. Da Bolzano a Catania tutti mi hanno detto: “Noi torniamo, ma stavolta non deludeteci”.
da PD Nazionale
“La prossima ondata di sconvolgimento economico non arriverà da oltre oceano, bensì dal progresso incessante dell’automazione che renderà obsoleti molti posti di lavoro del ceto medio”, lo ha detto Barack Obama nel suo discorso di commiato a Chicago dell’11 gennaio scorso.
Negli ultimi mesi questo tema, assieme a tutti quelli affrontati finora, è al centro della riflessione della Commissione Lavoro e Formazione del PD Lazio.
Gli ultimi incontri, oltre a produrre una breve riflessione sugli effetti demografici sul mercato del lavoro e una bozza di documento sul lavoro accessorio che sarà completata a breve, hanno visto la Commissione impegnata nella predisposizione di un documento di kick off sugli effetti dell’innovazione (declinata nelle sue varianti di automazione, digitalizzazione e robotica) sul mercato del lavoro (che potete leggere qui ).
La riflessione parte dagli innumerevoli effetti positivi dell’innovazione sulla nostra vita di tutti i giorni per chiedersi se essa invece costituisca una minaccia seria per i livelli occupazionali.
Non vi è dubbio che le aziende della New Economy (le stesse che ci stanno semplificando la vita) hanno un effetto marginale sulla creazione di occupazione, mentre il loro valore economico è del tutto sproporzionato al numero di persone che impiegano.
Fino al 2000, in occasione delle precedenti rivoluzioni industriali, le curve di produttività e occupazione sono cresciute parallele, poi, da quella data, per la prima volta nella storia economica, le due curve si sono disallineate con una rapida discesa di quella dell’occupazione.
Una ricerca McKinsey del 2015 ci informa che entro il 2025 saranno persi 250 milioni di posti di knowledge workers, mentre un recente studio dell’Università di Oxford ci dice che il 47% dei lavori è a rischio sostituzione nei prossimi 20 anni.
L’unica strada possibile è: “education, education, education”, ma occorre fare attenzione perché la situazione della forza lavoro italiana ha una criticità in più: il fattore demografico. L’età media dei lavoratori italiani è salita a 44 anni ed è in assoluto la più vecchia del mondo. Stanno venendo meno i giovani occupati, che rappresentano le principali fonti di innovazione e che sono i più ricettivi all’aggiornamento continuo, mentre l’elevatissima età della nostra forza lavoro rende più problematica l’azione formativa che necessita di un’offerta più tempestiva e soprattutto più sartoriale.
Secondo il fondatore di Google, Larry Page “anche se molti posti di lavoro andranno perduti, nel giro di poco tempo questa perdita sarà compensata dal calo dei prezzi dei prodotti”, ma Andrew McAfee mostra preoccupazione soprattutto per “chi lavora negli uffici … e in generale per tutti i lavori intellettuali di routine: le macchine sono bravissime a svolgerli”.
Nelle prossime settimane, partendo da queste riflessioni, la Commissione predisporrà un questionario sul tema che sarà sottoposto ai principali stakeholder della Regione Lazio. A partire dai risultati delle suddette interviste organizzeremo un Focus Group a luglio per poi predisporre un evento pubblico nel prossimo Autunno con i massimi esponenti politici, delle istituzioni, dei corpi intermedi e con i principali esperti.
La Commissione, consapevole che occorra un sistema formativo portabile, che segue il lavoratore dentro e fuori dall’impresa, intende dare un contributo di proposte soprattutto nel campo delle politiche attive del lavoro, degli strumenti contrattuali, dei minimi salariali e sulle modalità per la redistribuzione della ricchezza, a partire da ciò che occorre fare in Regione Lazio. Vuole farlo coinvolgendo il PD ai vari livelli, ma ingaggiando soprattutto i corpi intermedi e la società civile. Solo così sarà possibile restituire alla politica il proprio ruolo e dare ai cittadini la certezza che la democrazia è ancora viva e che, pur non essendo perfetta, è la migliore forma di governo possibile. Solo così sarà possibile fermare l’ondata populista e sovranista.
Il governatore del Lazio ad Amatrice: “Propongo che dopo l’estate si dia vita agli stati generali del centrosinistra del Lazio”
“È il tempo di prepararci politicamente alle elezioni del 2018. Propongo che dopo l’estate si dia vita agli stati generali del centrosinistra del Lazio”.
È quanto ha dichiarato il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti a margine di un sopralluogo ad Amatrice.
Ed ha ancora spiegato: “Siamo una coalizione larga, dobbiamo confermare una coalizione larga e vincente che raccolga, non solo le forze politiche del centrosinistra, ma quella miriade immensa di forze che già, 4 anni fa ci fece vincere. Forze – ha spiegato ancora – fatte di associazioni, di gruppi, di società civile, di tanti sindaci che, in questi anni, sono state eletti con le liste civiche e sono un patrimonio immenso”.
Ed ha ancora aggiunto: “Gli stati generali del centrosinistra saranno, dunque, l’occasione per prepararci alla nuova vittoria. Io ci sarò, farò la mia parte, mi candiderò con la coscienza di aver fatto davvero tutto per cambiare la nostra regione. Non dimentichiamoci mai che nel Lazio c’è la più grande coalizione del centrosinistra in Italia e che ha vinto 4 anni fa e tornerà a vincere nel 2018”.
Ed ha poi proseguito il presidente della Regione Lazio ricordando i ‘successi’ ottenuti in questi ultimi mesi: “Ieri con la firma del decreto sulle liste di attesa, per esempio, si è segnato un altro passo storico verso il compimento di un progetto di risanamento e rilancio del Lazio.
Per ciò che riguarda ancora la sanità, i trasporti, il bilancio e la trasparenza stiamo facendo di tutto per rispettare il programma annunciato in una regione drammaticamente segnata anche dall’emergenza del terremoto senza dimenticare la fase di ricostruzione avviata”.
Ecco il Programma degli interventi del Convegno “PARCHI E CONTRATTI DI FIUME” che si terrà a Roma il 31 marzo 2017.
Registratevi e prenotate il vostro biglietto gratuito su https://www.eventbrite.it/e/biglietti-parchi-e-contratti-di-fiume-32581945476
La locandina con il programma
Il 31 marzo 2017 al 1° Workshop “Life Tiber Assist”, Cristiana Avenali, consigliera PD in Regione Lazio e coordinatrice della commissione “Ambiente e agricoltura” del PD Lazio presenterà la nuova legge del Lazio sui “Contratti di Fiume” approvata lo scorso gennaio.
Il 31 marzo vi aspetto a Roma, a Piazza Venezia, per l’incontro “Parchi e Contratti di Fiume” che si inserisce tra gli incontri preparatori all’XI tavolo nazionale sui Contratti di Fiume. Presenteremo la nuova legge Regionale sui Contratti di Fiume e il lavoro che stiamo facendo sul Tevere. Insieme ad esperti nazionali e di altre regioni, istituzionali e non, cercheremo di fornire indicazioni pratiche alle tante proposte di contratto che stanno nascendo nel territorio regionale, ed in particolare ci soffermeremo su come il Contratto di fiume è utile ai Parchi per la gestione della governace, della partecipazione, della qualità ambientale e per lo sviluppo di attività sostenibili.
“Valorizzare le risorse idriche del Lazio, a partire dal fiume Tevere, è un grande obiettivo in termini ambientali ma anche turistici, sportivi, sociali e culturali su cui lavoro da tempo. Oggi il Presidente Zingaretti ha lanciato l’ “Operazione Tevere pulito” per la manutenzione delle sponde del fiume, ed ha annunciato la creazione di un Ufficio per i Contratti di fiume. Non posso che essere felice di vedere concretizzato quanto previsto nella Proposta di legge sui Contratti di fiume, lago, costa e foce che è diventata legge nel corso della manovra di bilancio. Grazie ad un mio emendamento alla legge di stabilità, infatti, la Regione si è dotata di uno strumento molto importante per la salvaguardia dal rischio idraulico e per la riqualificazione delle acque, attraverso processi partecipati e volontari.” Lo dichiara in una nota Cristiana Avenali, Consigliera regionale del PD e promotrice della legge regionale sulla disciplina dei Contratti di fiume.
“I contratti di fiume sono riconosciuti anche a livello nazionale quali strumenti di programmazione strategica, che partendo dalle bellezze ma anche dalle problematiche del territorio, come il dissesto idrogeologico, la scarsa qualità delle acque ma anche lo stato di abbandono in cui a volte versano gli ambienti fluviali, attraverso il coinvolgimento volontario di tutti i soggetti interessati, pubblici e privati, perseguono l’obiettivo di dare una risposta concreta – spiega Avenali – Il coinvolgimento del territorio e la partecipazione sono l’asse portante dei Contratti di Fiume, e nel Lazio sono già molte le esperienze in corso che grazie alla Legge e all’Ufficio unico per i Contratti di Fiume potranno godere di riconoscimento, supporto e coordinamento.”
“Il Tevere, nello specifico, rappresenta una infrastruttura verde fondamentale per i cittadini romani e laziali, per questo già nel 2014 ho presentato una proposta di legge sul Parco fluviale del Tevere, e sono convinta che risorse comunitarie come i programmi Horizon e Life, sul quale la Regione Lazio ha presentato nello scorso hanno un progetto interregionale di 16 milioni di euro, siano oggi uno strumento imprescindibile per garantire la riqualificazione delle aste fluviali, il miglioramento della qualità delle acque, e un’opportunità economica attraverso le attività sportive, ricreative, sociali, culturali e di educazione ambientale che possono tornare a far vivere le rive dei fiumi della nostra Regione.” Conclude Cristiana Avenali
Dobbiamo essere chiari. Quanto sta avvenendo nel Pd non può essere vissuto come un’improvvisa sorpresa. Un fulmine a ciel sereno. Sarebbe più onesto dire che si tratta dell’epilogo di una storia fatta anche di errori di sottovalutazione
Dobbiamo essere chiari. Quanto sta avvenendo nel Pd non può essere vissuto come un’improvvisa sorpresa. Un fulmine a ciel sereno. Sarebbe più onesto dire che si tratta dell’epilogo di una storia fatta anche di errori di sottovalutazione.
Tentativi falliti di costruire una cultura politica unitaria, aggravata dallo smantellamento di luoghi e sedi unitarie di confronto ed elaborazione, sostituiti sempre più da una serie di occasioni ed eventi separati: fondazioni, meeting, riunioni, gruppi…
Questa parcellizzazione del partito ha portato a un’affiliazione di militanti sempre meno legata alla promozione di un progetto unitario utile al Paese e sempre di più sostenuta da gruppi in competizione gli uni con gli altri, spesso per spartirsi posti e poltrone. In questo processo, ha preso il sopravvento un metodo del confronto per cui, più che alle idee, si punta a criticare o demonizzare chi le idee le esprime.
Ma la cosa più grave – anche qui, epilogo scontato – è che il moltiplicarsi di personalismi e correnti ci ha allontanati dal sentire profondo del Paese, dalle sue angosce e paure. Una distanza che ha preso il volto delle sconfitte che si continuano a ripetere.
Io mi auguro che la scissione non ci sia e mi auguro che tutti facciano quanto possibile per evitarla.
Per quanto mi riguarda, ovviamente rimarrò nel Pd.
Con le mie idee e, anche, con il bagaglio dell’esperienza politica positiva nel Lazio.
Ma è ovvio che qualsiasi cosa accada, il congresso non potrà che porre al centro due temi fondamentali, intimamente legati tra loro: come cambiare il Pd e come ricostruire l’Italia.
Cambiare il Pd, che ha bisogno oggi di ridefinirsi profondamente per tornare una grande forza politica in grado di dare una speranza di cambiamento alle persone.
Il Pd deve ricostruire un tessuto capace di tenere insieme le energie positive che l’Italia sa esprimere, e diventare un laboratorio di profonda innovazione per dare risposte politiche e di governo al Paese.
E ricostruire l’Italia, che significa innanzitutto saper intercettare le ragioni del malessere e della rabbia delle persone e, quindi, dare loro risposte credibili, sulla base di un progetto equo di sviluppo e di progresso economico e sociale basato sulla qualità del lavoro, sulla qualità dei servizi, sulla qualità dei sistemi formativi.
C’è un popolo di eroi a cui dobbiamo dare conto: i militanti e gli elettori che, malgrado tutto, alla sfida del Pd continuano a credere.
È con loro che dobbiamo cambiare.