“L’apertura, oggi a Roma, del processo che vede alla sbarra l’ex ammiraglio della marina argentina, Emilio Eduardo Massera, il cui nome compare peraltro nella lista della loggia massonica P2, e altri componenti la giunta militare che dal 1976 al 1983 instaurarono un regime di dittatura e terrore che provocò la morte provata di oltre 2mila persone e la scomparsa di altre 30mila, testimonia l’impegno della giustizia italiana nel perseguire i responsabili di una delle pagine più nere del secolo scorso in cui sono rimasti coinvolti anche molti dei nostri connazionali”. E’ quanto dichiara il Presidente della Commissione Lavori Pubblici e Politiche per la Casa alla Pisana, Giovanni Carapella.
“La ricerca della verità e la condanna di quanti si sono macchiati di crimini contro l’umanità – prosegue – deve costituire un obbligo morale per ogni Paese che si dichiari democratico e che si riconosca nei valori sanciti dalla Carta Universale dei Diritti dell’Uomo.
La presenza a Roma di Estela Carlotto, Presidente delle Abuelas de Plaza de Mayo e del figlio Remo, attuale Presidente della Commissione per la difesa dei diritti umani della Camera dei Deputati argentina, sono la testimonianza di quanto sia ancora sentita e tenace tra i familiari delle vittime della dittatura Videla, ad oltre trent’anni di distanza, la lotta per il diritto alla verità e alla memoria.
Le Abuelas de Plaza de Mayo sono in prima linea anche per il diritto all’identità degli oltre 400 figli di desaparecidos sottratti alle loro famiglie naturali e dati in adozione a coppie appartenenti all’ambiente della dittatura militare o comunque vicini al regime che vivono a loro insaputa con identità fittizie, lontani da chi, dopo 30 anni, ancora li cerca e li ama.
Memoria, verità e identità costituiscono capisaldi irrinunciabili di ogni paese civile – conclude Carapella – e l’apertura del processo contro l’ammiraglio Massera e i suoi complici, rappresenta un momento alto e qualificante della nostra democrazia e della nostra giustizia”


Metro Flaminio)